Tra fine Ottobre e i primi di Novembre si concentrano tre Festività tipiche del mondo Occidentale:
Halloween, Ognissanti e il Giorno dei Morti.
Mentre la prima è una festività celtica oggetto di discussione, ultimamente anche sui nostri mezzi di comunicazione, per la sua troppa anima “commerciale” e poco o per niente spirituale, le altre due sono tradizioni cristiane che vengono festeggiate anche nei paesi Sud Americani o del Sud est asiatico che hanno subìto la conversione al Cristianesimo. Ognuno logicamente con i propri usi e costumi.
In Italia la festa di Ognissanti è festa nazionale e i credenti usano riunire questa celebrazione a il giorno successivo, il Giorno dei Morti, per approfittare della giornata libera per far visita ai propri cari defunti. Nei giorni precedenti queste festività, i cimiteri si adornano di fiori freschi e le composizioni floreali di ogni genere donano a questi luoghi un’atmosfera suggestiva.
Il giorno di tutti i Santi, noto come Ognissanti, è una festa che celebra tutti i Santi in un giorno solo, per le loro gesta e per il loro martirio. Fin dagli inizi la Chiesa ha redatto gli elenchi dei Santi perché se ne facesse memoria, fossero di esempio a tutti, si invocasse la loro intercessione. Il 1° di Novembre si commemora il ricordo di quanto siano state importanti le loro testimonianze di vita e i loro sacrifici per la storia cristiana.
In che cosa consiste, in pratica la santità? Possiamo dire che è un’adesione libera e perfetta alla volontà di Dio, nell’imitazione di Cristo guidata dallo Spirito Santo. Il Santo è un uomo che sta di fronte a Dio lo ascolta e mette in pratica la sua parola. Facendo tutte queste cose indiscendibili lo fa aprendosi alle conseguenze ultime di questa relazione e ponendola al centro della sua vita realizza pienamente la sua umanità: essere Santi risulta essere uomini veri”. A tal proposito potremmo citare quel proverbio che dice che” I Santi non sono i meno difettosi ma i più coraggiosi” a sottolineare proprio l’importanza delle loro gesta.
Come si stabilisce il legame tra i Santi e gli umani? La preghiera è il primo strumento che intercede tra noi e i Santi giunti presso il Padre. La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al Disegno di Dio. Possiamo pregarli per intercedere per noi e per il mondo intero.
Ci sono comunque dei legàmi particolari che si creano nel corso della nostra vita e che ci fanno sentire di appartenere all’uno o all’altro Santo, in base alla categoria o a qualcosa che si riconosce di avere in comune e che può essere letto come disegno provvidenziale o indicazione.
Il primo legame è dato semplicemente dal “nome” ma altri si fondono sul lavoro e i suoi attrezzi,sulla condizione, sulla malattia, sulle prove che si devono affrontare e sulle situazioni in cui si vive. Ogni attività e condizione umana trova sempre uno specifico intercessore, un suo patrono che si propone come protettore a cui rivolgersi.
Santa Lucia, (v. foto a lato) ad esempio nella cui passione è forte il riferimento alla vista e agli occhi,è invocata per la vista e patrona degli oculisti, San Matteo Evangelista, che riscuoteva le tasse, è patrono dei contabili.
San Giovanni Bosco patrono di apprendisti, educatori, pedagogisti per la sua vita dedita all’educazione della gioventù. Foto nostra della statua.
Francesca Saverio Cabrini : suora energica ed impetuosa raffigurata con un cuore fiammeggiante che dedicò tutte le sue cure ed energie per aiutare gli emigranti è la protettrice di tutti coloro che emigrano la loro terra di origine.
A ciascuno quindi il suo Santo o Patrono e che il giorno di Ognissanti sia il giorno giusto per rivolger loro la nostra preghiera. Si puo’ pregare liberamente, secondo il nostro cuore. Il rapporto con il nostro Santo è personale.
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